Sono nato ad Erice (TP) il 15/11/42. Ho vissuto in diverse città della
nostra penisola e qualche anno all' estero.
Fino al 1975 subisco l'influenza di tutti i pittori astrattisti o
comunque non figurativi. Nel 1976 vengo fulminato dall'esperienza
futurista di Giacomo Balla e allestisco a Faenza una mostra dove tutte
le tele sono un omaggio al maestro. Poi è la volta di Umberto Boccioni e
della sua straordinaria cromaticità. Ma è Paolo Uccello che in una notte
magica, nella solitudine del mio studio, ne1 1985, mi dà il LA per
ridipingere la sua battaglia: SOGGETTO RINASCIMENTALE PIÙ STILEMI E
COLORI FUTURISTI.
Nel 1986, fondo il TERZOFUTURISMO.
Sono un pittore di "bottega", nel senso che tutto quello che conosco
delle tecniche pittoriche l'ho imparato negli studi di buoni maestri. Va
da se che ho aggiunto un po' anche del mio in quarant'anni di mestiere.
La mia naturale avversione per ogni ordine precostituito mi portò a
detestare "la copia dal vero". Antepongo il colore al disegno e
costringo il segno a obbedire alla necessità del colore, per me unico
padrone della tela. Se per disegno si intende progetto, allora penso di
essere un discreto disegnatore, ma se si intende capacità di schizzare
velocemente dal vero e magari estemporaneamente allora sono un pessimo
disegnatore. Io sono un pittore da studio, da laboratorio (metodo e
progettazione fino alla nausea). Secondo me, chi vuole veramente
innovare deve partire da presupposti diversi da quelli comunemente
accettati: se si parte dal figurativo, al massimo si avrà
un'elaborazione del figurativo. I miei soggetti non sono oggetti ma
concetti. Naturalmente, ho il massimo rispetto per chi pensa e opera in
maniera diversa e opposta dalla mia. Tra gente d'arte, sono importanti
soltanto il confronto e la diversità. Il resto è noia.